Thursday, May 23, 2013

Riportiamo di seguito parte dell'articolo di Francesca La Marca, deputato del Partito Democratico per il Nord e Centro America. Pubbilcato su America Oggi.

UNO DEI passaggi più delicati che sto affrontando in questi primi mesi di permanenza continuativa a Roma per esercitare il mandato parlamentare che gli elettori del Nord e Centro America mi hanno affidato, è stato passare dall’Italia dei racconti familiari e delle suggestioni giovanili all’Italia di oggi, vera e piena di contraddizioni. Non che i problemi mancassero quando i miei genitori si sono trasferiti inCanada, anzi erano acuti quanto lo potevano essere quelli di un Paese che faticosamente usciva da un’arretratezza secolare. Ma l’Italia che abbiamo respirato in famiglia e a cui noi giovani nati all’esterosiamo stati educati era quella che si riconosceva in una società solcata dai problemi ma anche dauno spirito positivo, da un’ansia di miglioramento che per tanti era anche speranza e impulso all’iniziativa. Poco importa se poi questa forza si è potuta sprigionare pienamente in Paesi diversi. Poi, con la giovinezza, è arrivata anche l’Italia dei miei studi letterari, che mi hanno aperto un mondo di suggestioni e valori straordinari, risonanze che hanno continuato ad accompagnarmi anche quando mi sono incamminata in un sentiero di studio di altre lingue e di altre tradizioni culturali. Ora, bruscamente, nella mia vita è entrata l’Italiadi oggi. La prima cosa che mi hanno ripetuto quando ho varcato la soglia di Montecitorio è che ogni eletto è parlamentare “senza vincoli di mandato”. Quindi non solo rappresentante degli elettori che lo hanno eletto, ma di tutto il popolo italiano, dovunque si trovi a vivere. E il Presidente Napolitano, nel suo straordinario, e per me indimenticabile, discorso di assunzione del suo secondo mandato, ha aggiunto anche che ognuno di noi, inquanto rappresentante del popolo italiano, è “responsabile” verso tutti, verso la nazione intera.Responsabile in senso etico, prima ancora che politico e istituzionale. Ecco, allora, il dovere di misurarsi con l’Italia di oggi e di rapportarsi con essa dovunque ci si trovi, entro i confini e all’estero. 
On. Francesca La Marca
(*) Ripartizione Nord e Centro America

Saturday, May 18, 2013

Deputati PD Estero: "per l'IMU gli italiani iscritti all'AIRE siano considerati come gli altri"



Messaggio dei deputati del Partito Democratico circoscrizione estero. Destinatario: il Presidente del Consiglio Enrico Letta.
Roma, 17 maggio 2013

DEPUTATI PD ESTERO: “PER L’IMU GLI ITALIANI ISCRITTI ALL’AIRE SIANO CONSIDERATI COME GLI ALTRI”

I deputati del PD eletti nella circoscrizione Estero Gianni FarinaMarco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta, alla vigilia del Consiglio dei Ministri che deve esaminerà il decreto sulla sospensione della prima rata dell’IMU per il 2013, hanno inviato al Presidente del Consiglio on. Enrico Letta una lettera nella quale richiedono una parità di trattamento per i cittadini residenti all’estero e iscritti all’AIRE che siano proprietari di un’abitazione in Italia.

Questo è il testo della comunicazione:

Gentile Presidenteil Consiglio deiMinistri si accinge a varare un Decreto che prevede la sospensione del pagamento dell’IMU per l’abitazione principale. Nulla sarà invece modificato per quanto riguarda il pagamento dell’IMU sulle seconde case, anche di quelle possedute dagli italiani residenti all’estero, alle quali si applicheranno aliquote che potranno variare dal 7,6 al 10,6 per mille. Si tratta di somme a volte di migliaia di euro che incideranno pesantemente sulle economie di famiglie non sempre abbienti e spesso in situazioni di disagio economico. E’ il caso di decine di migliaia di nostri connazionali residenti all’estero. Infatti con l’introduzione della nuova normativa sull’IMU è stata abrogata, dopo quasi 20 anni di vigenza, la legge n. 16 del 1993 che aveva equiparato l’immobile posseduto in Italia da parte dei residenti all’estero all’abitazione principale. La cancellazione con un colpo di spugna di un diritto ormai acquisito da due decenni ha innescato un’ondata di proteste in tutto il mondo da parte dei nostri connazionali, i quali ora devono pagare aliquote IMU molto elevate e senza detrazioni sulle case che essi ritengono essersi costruite o ristrutturate con i loro sacrifici e le loro rimesse e che rappresentano il legame sostanziale e talvolta unico con il luogo di origine.

In una fase di gravi difficoltà economiche e sociali, come quella che attraversiamo, la persistenza del legame con l’Italia di centinaia di migliaia di persone, tramite un’abitazione di proprietà, rappresenta un indiscutibile sostegno per i consumi, le finanze locali, il lavoro di quanti concorrono alla manutenzione di tali abitazioni, la vitalità di piccoli comuni e di centri storici interessati da anni a fenomeni di abbandono e spopolamento.

In qualità di deputati eletti nella Circoscrizione estero ed in rappresentanza di migliaia di nostri connazionali vi chiediamo quindi di considerare l’opportunità di equiparare la casa degli italiani iscritti all’AIRE all’abitazione principale degli italiani residenti entro i confini nazionali, senza lasciare tale facoltà ai comuni, impossibilitati ad esercitarla per le loro difficoltà finanziarie. Questa richiesta vale, naturalmente, anche con riferimento alla sospensione della riscossione della prima rata, che sarà prevedibilmente l’oggetto del decreto che il Consiglio deiMinistri si accinge ad adottare.
In ogni caso, confidiamo nel Suo impegno affinch é nella riorganizzazione complessiva del regime fiscale riguardante la casa, la specificità delle abitazioni di cui sono proprietari i cittadini italiani residenti all’estero sia considerata in modo concreto e risolutivo, sia per ragioni di parità tra i cittadini che per i vantaggi che al nostro Paese possono derivare da un rapporto positivo e lungimirante con le nostre comunità all’estero.
Gianni FarinaMarco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta (Deputati eletti nella circoscrizione Estero).


Lo stesso messaggio i deputati del PD lo hanno inviato al Ministro dell’Economia e Finanze Fabrizio Saccomanni, al Presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, e al Presidente della commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino.

Sunday, May 12, 2013

Costruendo il Partito Democratico che vogliamo e incominciando da New York



Cari Amici e Care Amiche,

Il Partito Democratico mi ha fatto arrabbiare mille volte e mille volte ho pensato: basta. Disorganizzati, ciechi, sordi, incapaci, anacronistici e altro. Una cosa e’ certa: senza di voi, non cambieranno mai. Di noi, che siamo la linfa vitale e il collegamento con la società di un partito che, con tutti i suoi difetti, ha una storia piena di dignità e ha regalato al Paese alcune delle sue menti più brillanti. Un partito che rappresenta l’unica opposizione sistematica a una visione personalistica e ultraliberista di Paese ed è ancora portavoce di una visione di Italia giusta, moderna e piena di opportunità. Un Partito che è stato l’unico, nel suo programma, a includere chiaramente e fortemente le politiche per le donne.

Il Partito Democratico si merita di essere migliore di quanto non sia stato fino a ora e vi chiedo di aiutarmi perché, dal nostro pezzetto di Nuovo Mondo, dimostriamo a Roma quello che può e deve essere l’attivismo politico. Non vi chiedo di credere in me, ma in voi stessi, per non perdere l’investimento d’energia e passione che avete fatto negli anni, credendo in questo Partito.

Lo so: molti di voi penseranno che fare attivismo nel PD in questo momento è un esercizio di masochismo assoluto. Eppure credetemi: un momento e un posto migliore non ci sono mai stati da cui partire per farci ascoltare.

Il Circolo PD di New York che ho in mente è un luogo aperto a tutti coloro che amano l’Italia e vogliono capire meglio cosa sta succedendo nella politica e nella società, per provare a cambiare le cose. Un centro culturale dal quale partano eventi, ma anche discussioni approfondite e materiali da condividere con il PD romano ma soprattutto con gli italiani che vivono a New York, siano essi di nuova o vecchia immigrazione. Un luogo aperto al dibattito con esponenti di altri gruppi politici.

Ho tante idee, alcune le voglio condividere da subito con voi:

·      Screening di Girlfriend in a Coma
·      Sportello Roma: videoconferenze o videomessaggi alla dirigenza del PD romano e a parlamentari del PD con le vostre domande
·      Sportello Estero: Collegamenti con gli altri Circoli PD nel Nord America e in Europa
·      Una serie di video con le storie degli attivisti di sinistra venuti in America nel dopoguerra

Per ognuna di queste cose, ho bisogno di voi. Del vostro aiuto, del vostro consiglio, del vostro impegno. Fatemi sapere cosa ne pensate, fatemi sapere se avete delle idee o dei contributi da poter offrire. Il vostro tempo, la vostra professionalità, la vostra creatività sono l’unica nostra risorsa. Soprattutto, fatemi sapere come far diventare il Circolo PD di New York un luogo che abbiate voglia di frequentare, virtualmente o di persona.

Lo dico a voi come me lo sono detta io. Riproviamo ancora una volta, stavolta davvero, a cambiare le cose, partendo dal PD. Con o senza tessera. Portatevi tutti i vostri dubbi e le vostre arrabbiature. Al PD servono, eccome.

Adesso la parola spetta a voi.

Un abbraccio,

Lucina

PS: Due parole su di me per chi non mi conosce. Sono nata a Sanremo, mi sono laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche a Torino, poi ho fatto un Master in Economia dello Sviluppo in Inghilterra. Lavoro da quasi dieci anni nella cooperazione internazionale, principalmente in temi di diritti delle donne, per l'ONU e varie ONG internazionali. Ho vissuto in Messico per quattro anni e dal 2006 sono a New York. Attualmente lavoro come consulente per fondazioni e programmi bilaterali del governo americano. Da gennaio ho un blog sui diritti delle donne e a tempo perso scrivo su questioni di pari opportunità per l’Huffington Post Italia, Linkiesta, iMille e InGenere. Alle scorse primarie ho appoggiato la candidatura di Renzi. Non mi aspetto che siate d’accordo con me su nulla, ma mi piacerebbe discutere con voi.