Elsa Fornero, il nostro ministro per il lavoro e le pari opportunità è a
New York per promuovere gli investimenti nel nostro Paese con incontri a Wall
Street.
Venerdì, all’Istituto Italiano di Cultura di Park Avenue, ha raccontato la
sua esperienza in questi 13 mesi di governo e di cui diamo un sintetico
resoconto.
Il tutto è cominciato quando, il 15 novembre 2011 dopo le 9 di sera, il
prof. Monti le ha telefonato per chiederle di entrare nel governo. “Mi
tremarono le mani, ebbi meno di due ore per decidere”, ci rivelò il ministro.
Vista la gravissima crisi finanziaria in cui si trovava l’Italia, si ebbero
solo 21 giorni di tempo per riformare le pensioni nel contesto del decreto
“Salva Italia”. Si è cominciato dalle pensioni perché vi si spendeva troppe
risorse in proporzione alle altre voci di spesa sociale rendendo insostenibile
nel tempo il sistema e mettendo in pericolo il diritto alla pensione per le
future generazioni. La riforma si è incardinata sul ritardo dell’età e sulla
modifica del calcolo.
Il ministro ha spiegato perché sarebbe giusto che l’età pensionabile fosse
uguale per uomini e donne. Sostanzialmente, se le donne sono svantaggiate nella
vita perché devono lavorare anche a
casa, non deve esser concessa una compensazione; ma bisogna stabilire pari
opportunità. Praticamente il problema non va aggirato, ma risolto.
Fornero, sempre in un buon inglese, si lamentava del fatto che l’opinione
pubblica ora vede solo i sacrifici compiuti e non più il pericolo scampato.
L’Italia non vede crescita economica da 15 anni. Non si tratta quindi
soltanto di crisi finanziaria, ma anche di superare problemi strutturali. Uno
di questi è la rigidità del mercato del lavoro.
Differentemente dalla riforma delle pensioni, c’era il tempo di coinvolgere
le parti sociali, il confronto con le quali è divenuto sempre più difficile.
Gli uni chiedevano il contrario di ciò che chiedevano gli altri e le distanze
aumentavano. Le varie parti – sempre secondo il ministro – guardavano sempre più
ad un orizzonte temporale breve. Il punto di equilibrio ha scontentato tutti.
Ora le sfide sono tre:
1- dare maggiori opportunità ai giovani
2- ridurre il tempo che intercorre tra la
fine degli studi e la prima assunzioni (l’obiettivo europeo è di 3 mesi)
3- accettare che nel proprio percorso
lavorativo possa capitare di rimare disoccupati e di dover cercare un altro
lavoro attraverso buona organizzazione, appositi servizi e altre “active policies”.
Elsa Fornero si è resa conto benissimo di quale sia la differenza
dell’occuparsi di lavoro dall’alto di una cattedra e dalla spinosa poltrona di
ministro, dalla quale si prendono decisioni sulla pelle delle persone.
Anche lei, come spesso accade ai politici, si lamentava della difficoltà di
comunicare le proprie scelte e di motivarle. Questo sarebbe tanto importante
tanto quanto le decisioni stesse.
Questo è, in estrema sintesi, un racconto di 40 minuti che ha trattenuto
l’attenzione di tutti e con il quale il ministro ha ricevuto comprensione per
le difficoltà e gli errori. Ora vedremo come si saprà raccoglierne l’eredità.
Che strazio, Elsa ipocrita!hai rovinato l'Italia e la speranza di molti!
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