L’11 dicembre,
presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò dell’NYU, Federico Rampini ha presentato
il suo ultimo lavoro: Non possiamo permetterci uno stato sociale. FALSO!
Dove FALSO!, ovviamente, fa parte del titolo. Si tratta di un
libro nato mentre l’autore copriva per conto di Repubblica le primarie
repubblicane di quest’anno. La presentazione di questo libro è stata una
chiacchierata tra lui, Stefano Albertini (il direttore della Casa) e il
pubblico e di cui riporto alcune note.
Si è messo a
confronto il sistema americano e quello europeo e si è partiti dalla
constatazione che la crisi economica dell’Europa è ascrivibile a sbagliate
politiche.
Pensiamo a noi,
che viviamo a New York: quali servizi riceviamo in cambio delle tasse che
paghiamo? Ricordiamo che – tutto sommato – non paghiamo molte meno tasse degli
europei. Si pone quindi il tema dell’efficienza dei servizi pubblici.
Si è parlato del
mercato del lavoro e di articolo 18: ci sono due mercati del lavoro, quello dei
(troppo) protetti e quello dei non-protetti affatto. Bisognerebbe riuscire a
ridurre queste differenze.
Poi si è discusso
di come evitare la distruzione di capitale umano in tempi di crisi. Nelle
grandi fabbriche tedesche i sindacati siedono nel Consiglio di Amministrazione
e accettano che si guadagni di meno (pur di evitare licenziamenti) per
recuperare successivamente a crisi finita.
Nei più grossi
Paese europei, dove si continua a registrare un surplus commerciale con la Cina
(come in Francia) i diritti sociali non sono ancora messi in discussione.
Questa in estrema
sintesi i temi della serata. Leggerò senz’altro presto il libro di Federico
Rampini.
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