Ad un caro amico veneto chiediamo di conoscere meglio Laura Puppato.
1) Ciao Alberto. Innanzitutto grazie per la tua
disponibilita’. Tu sei un giovane, quanti anni hai e cosa fai di bello nella
vita? Da veneto conoscerai bene Laura Puppato, ci puoi dire in poche parole chi
e’ lei?
Io
ho venticinque anni, sono praticante avvocato presso uno studio legale di
Padova e conosco Laura Puppato da relativamente pochi anni, ma sin dal primo
incontro mi ha fermamente convinto delle proprie capacità. Laura Puppato è
attualmente capogruppo del Partito Democratico nel consiglio regionale veneto.
Prima è stata per due mandati sindaco di Montebelluna, città veneta in piena
"terra leghista", vincendo le elezioni puntando moltissimo
sull'ecologia (gestione dei rifiuti: pensiamo ai problemi di Napoli ed ora
Roma...): segno che si può risvegliare una coscienza civica avvicinandosi ai
cittadini.
2) Le elezioni sono un'opportunita' di ricambio della
classe dirigente. Come pensi che cio' debba avvenire nel centro sinistra? Quale
significato ha, per te, la "rottamazione"?
Per
una volta, sono d'accordo con l'ex segretario Veltroni, "rottamare"
non è affatto un bel concetto, non a caso lo stesso Renzi ora lo ha smesso dal
proprio repertorio. Senza dubbio lo strumento delle primarie è un'occasione preziosissima
per il PD per aprirsi ai cittadini, "rinfrescare" il partito, le sue
idee ed i suoi uomini.
Ma
vanno pensate e strutturate con logica: non si possono introdurre di volta in
volta regole od eccezioni per favorire qualcuno e sfavorire altri (il caso
delle 20.000 firme secondo me è eclatante: difficile negare che quella norma
fosse pensata per fermare qualcuno); inoltre, hanno dei costi e devono essere
accessibili a tutti ed in ogni caso non possono sminuire il ruolo degli
iscritti.
Rinnovare
la classe dirigente del PD e del centrosinistra può benissimo avvenire anche
"dall'interno": nel PD ci sono moltissimi amministratori, iscritti,
intellettuali ed attivisti che meritano il giusto spazio, essendosi meritati
tutto ciò con anni di militanza. Senza dimenticare tanti cittadini che
aspettano solo un cenno del Partito Democratico per darci una mano.
Infine,
rinnovare la classe dirigente del partito non deve essere solo una scusa per
cacciar fuori qualcuno e sostituirlo con facce nuove: se crediamo che il
principio del merito abbia un senso, deve averlo anche per legittimare la
permanenza di chi si è ben comportato.
3) Quali sono, in estrema sintesi, le principali idee per
cui un elettore del Partito Democratico dovrebbe scegliere Laura Puppato alle
primarie?
Laura
Puppato mi ha personalmente convinto per la radicalità e la freschezza delle
sue idee: da amministratrice ha visto direttamente i problemi di una comunità,
li ha affronta e risolti. Così, presentandosi a queste elezioni primarie, lo ha
fatto con grandissimo coraggio, senza riguardi per appoggi forti o idee
preconcette. Non possiamo negare che a più di qualcuno tutto nel PD questo non
ha fatto piacere.
In
Italia, lo sappiamo bene, ci sono grandi problemi. Forse, come diceva Einstein,
per risolverli occorre cambiare il modo di pensare: questo ha fatto Laura,
proponendo alcune idee forti, come una crescita a "zero metri
quadri", smettendola di distruggere il territorio.
4) Cosa pensi di Bersani e Renzi?
Bersani
ha fatto un grandissimo lavoro nel tenere unito il PD in situazioni non facili,
è stato bravo nell'accettare la difficile responsabilità di sostenere il
governo Monti, inoltre ha una grande competenza. A guardalo, mi ispira fiducia
e tramsette un senso grande onestà e correttezza: qualità non da poco nel
nostro panorama politico, ma magari manca un pò di carisma.
Di
Renzi posso dire poco: l'attenzione che i media gli hanno dedicato è stata
centrata soprattutto su piccole beghe interne al PD e alle primarie.
Personalmente, mi piace poco il suo tono "rottamatore" e vedo molto
fumosi i suoi contenuti programmatici, ma questo è solo un giudizio mio.
5) Come pensi dovrebbero essere selezionati i candidati
per il Parlamento alle prossime elezioni? Cosa faresti degli inquisiti?
Nel
PD ci sono tanti strumenti per selezionare i candidati alle prossime elezioni,
incluse le primarie. Tuttavia, personalmente, privilegerei una selezione
interna che ridia la giusta importanza agli iscritti (a cosa servirebbe
iscriversi altrimenti??): superando conformismi alla "corrente"
dominante o localismi e premiando invece persone coraggiose, volenterose e
meritevoli come ce ne sono molte nei nostri circoli. Questo modello potrebbe
comunque essere aperto alla cittadinanza, magari tramite incontri preliminari.
Primarie
per tutte le candidature, in realtà, mi convincono poco: le nostre
circoscrizioni elettorali sono talmente vaste che sarebbero complessissime e
premierebbero solo chi risiede nei centri maggiori o aveva già molta visibilità
in passato (la tua Camposanpiero, ad esempio, vota con Padova e con Verona:
come potrebbe un candidato alle primarie fare una vera campagna?).
Sugli
inquisiti, credo che tutti dovrebbero essere considerati innocenti sino a
condanna definitiva. Putroppo, data la lentezza della nostra giustizia ed il
lassismo della politica, questo -giustissimo- garantismo a prestato il fianco
al moltiplicarsi situazioni incresciose dove inquisiti e condannati sono stati
portati nelle istituzioni, spesso per fini non esattamente leciti.
Credo
che prima di tutto dovrebbe venire la dignità delle istituzioni e l'etica
personale "della responsabilità". Quindi, nel massimo garantismo,
imputati per reati gravi (contro la pubblica amministrazione, lesivi della
dignità, della libertà o dell'integrità personale) così come interdetti dai
pubblici uffici dovrebbero astenersi.
La
"questione morale" parte da ognuno di noi: dai singoli, dai circoli
sino alla segreteria nazionale, ed il controllo migliore avviene sempre il più
vicino possibile ai singoli candidati (come fa Bersani a sapere se Tizio di,
chessò, Vipiteno o New York è inquisito o se è un criminale?). Ogni intervento
del partito dovrebbe quindi essere residuale ed estremo, purtroppo la
situazione attuale richiederebbe una severità non comune fino ad oggi.
6) Tu ti occupi di politiche internazionali. Come
dovrebbe essere, secondo te, il rapporto tra Italia e Stati Uniti?
La
politica internazionale è un oggetto affascinante, costantemente fluido.
L'Italia,
ovviamente e per lunghe ragioni storiche, è un alleato degli Stati Uniti e gli
Stati Uniti sono un nostro alleato. In un rapporto fondamentale per entrambi,
tanti sono i collegamenti economici e strategici (pensiamo solo alla FIAT, agli
F-35, alla progettata caserma Ederle 2 di Vicenza). Senza dubbio, per gli USA l'Italia
ha un ruolo chiave nel Mediterraneo: un'importanza di cui dovremmo essere
maggiormente consapevoli noi per primi.
Mi
piacerebbe tuttavia che l'Italia fosse maggiormente indipendente rispetto agli
alleati: perchè la Germania fa pagare regolari bollette di luce ed acqua alle
basi americane e noi non possiamo? Perchè Chirac e Schroeder hanno avuto il
coraggio di dire "no" all'invasione dell'Iraq? Evidentemente c'è un
malcostume tutto italiano, un certo servilismo in attesa di "regalie"
dall'alto -qualcuno dei nostri leader e dirigenti dovrebbe rileggere De La
Boetie-.
Inoltre,
la nostra diplomazia è sempre stata riconosciuta per la sua indipendenza che le
ha consentito di risolvere molte situazioni critiche -fino a non molto tempo fa
trattavamo direttamente con l'Iran- vogliamo perdere un simile ruolo?
L'Italia
deve capire se vuole continuare a contare nel Mondo globalizzato: se sì,
occorrone scelte coraggiose.
Senza
dimenticare di gettare un occhio all'Europa: l'Italia può essere per l'UE, per
gli USA e per tutto l' "occidente" un ponte fondamentale verso
l'Africa ed il Medio Oriente.
Ma,
anche questo, è il mondo dei miei desideri.
7) Quale pensi possa essere il futuro delle donne in
politica? Pensi ci sara' un cambiamento da questo punto di vista? Cosa
pensi delle quote rosa ?
Credo
che la candidatura di Laura sia già un cambiamento per le donne in politica:
diciamolo pure, in Italia c'è un certo maschilismo strisciante per cui si mal
tollerano certe prese di posizione.
Basti
vedere com'erano selezionate le candidature femminili nel PDL!!
Non
credo si debba votare Laura "perchè è donna": essere donne non è né
un merito, né un demerito. Ma non possiamo nasconderci che, in quanto donna, la
sua candidatura ha qualcosa di straordinario. E dovrebbe essere, per tutte le
donne e per gli uomini che credono veramente nella parità di genere, un valore
aggiunto.
Io
mi auguro una maggiore partecipazione delle donne in politica, così come dei
giovani: il loro "futuro" non deve essere diverso da quello degli
uomini, tutti devono poter partecipare in eguali condizioni.
Quindi,
il ruolo delle donne in politica, dipende strettamente dal loro ruolo nella
società: donne manager, donne imprenditrici, donne educatrici, donne
magistrati.... dobbiamo dare alle donne la piena parità in ogni campo sociale,
"rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo
della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti" (art. 3 Costituzione).
E questo con atti concreti: asili, permessi per entrambi i genitori, orario
prolungato, telelavoro.... e tanta, tanta educazione per gli uomini!!
Le
quote rosa, invece, mi convincono poco: perchè nulla ci dicono sulle qualità
delle donne candidate ("10, 100, 1000 Minetti"??) e perchè limitato
la libertà politica dei partiti. Meglio sarebbe che i partiti stessi
adottassero regole interne, regole che -auspico- solo temporanee perchè
superate dalla coscienza e dalla partecipazione di donne e uomini.
8) Per concludere, quale messaggio potremmo lasciare ai
nostri elettori sullo stato di salute del Partito Democratico?
Lo
stato di salute del PD? Sembrerebbe una vignetta in cui mille medici riuniti
danno mille diagnosi diverse... Il Partito Democratico, per come lo vedo io, è
un "eterno sopravvissuto": pare sempre sul punto di crollare, ma
resiste grazie ad alcuni uomini di buona volontà nella dirigenza e nei circoli.
Riguardando
al quel 2007-2008 quando nacque il PD, mi pare che si siano fuse assieme
visioni molto diverse senza dar loro il tempo di integrarsi e di ri-orientarsi.
Di qui anche la grande confusione interna su temi chiave (testamento biologico,
coppie di fatto, collocazione nel Parlamento Europeo). Il PD ha bisogno di
darsi risposte: solo a partire da queste potrà interlocuire con l'elettorato.
Ricordiamo
la lezione dei referendum? Sono bastati pochi temi, chiari, per richiamare la
partecipazione di migliaia di cittadini che altrimenti sarebbero lontanissimi
dalla politica.
Un
partito come il PD non può avere paura di darsi risposte e di confrontarsi con
i cittadini, anche per imparare da loro. Un grande partito ha sempre un ruolo
difficile: deve rispondere alle esigenze sociali (ad esempio, se il 90% dei
cittadini vuole che la chiesa cattolica paghi l'IMU, il governo dovrebbe
assecondarli), ma anche andare contro corrente (se il 90% è favorevole alla
pena di morte, questa non diventa di per sé legittima- così, se il 90% è
contrario al testamento biologico o alle unioni di fatto, questa non è una ragione
per negarli); per far questo occorre essere recettivi delle molteplici istanze,
ma anche avere un chiaro orientamento. Una visione.
Ecco
perchè ho apprezzato la candidatura di Laura Puppato (e di Renzi): ha messo
alcuni paletti, forti, scomodi, ma li ha messi. Solo così potremmo capire chi
siamo e dove vogliamo condurre l'Italia.
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