Friday, November 9, 2012

#26 Intervista ad Alberto Dal Poz per LAURA PUPPATO


Ad un caro amico veneto chiediamo di conoscere meglio Laura Puppato.

1) Ciao Alberto. Innanzitutto grazie per la tua disponibilita’. Tu sei un giovane, quanti anni hai e cosa fai di bello nella vita? Da veneto conoscerai bene Laura Puppato, ci puoi dire in poche parole chi e’ lei?
Io ho venticinque anni, sono praticante avvocato presso uno studio legale di Padova e conosco Laura Puppato da relativamente pochi anni, ma sin dal primo incontro mi ha fermamente convinto delle proprie capacità. Laura Puppato è attualmente capogruppo del Partito Democratico nel consiglio regionale veneto. Prima è stata per due mandati sindaco di Montebelluna, città veneta in piena "terra leghista", vincendo le elezioni puntando moltissimo sull'ecologia (gestione dei rifiuti: pensiamo ai problemi di Napoli ed ora Roma...): segno che si può risvegliare una coscienza civica avvicinandosi ai cittadini.

2) Le elezioni sono un'opportunita' di ricambio della classe dirigente. Come pensi che cio' debba avvenire nel centro sinistra? Quale significato ha, per te, la "rottamazione"?
Per una volta, sono d'accordo con l'ex segretario Veltroni, "rottamare" non è affatto un bel concetto, non a caso lo stesso Renzi ora lo ha smesso dal proprio repertorio. Senza dubbio lo strumento delle primarie è un'occasione preziosissima per il PD per aprirsi ai cittadini, "rinfrescare" il partito, le sue idee ed i suoi uomini.
Ma vanno pensate e strutturate con logica: non si possono introdurre di volta in volta regole od eccezioni per favorire qualcuno e sfavorire altri (il caso delle 20.000 firme secondo me è eclatante: difficile negare che quella norma fosse pensata per fermare qualcuno); inoltre, hanno dei costi e devono essere accessibili a tutti ed in ogni caso non possono sminuire il ruolo degli iscritti.
Rinnovare la classe dirigente del PD e del centrosinistra può benissimo avvenire anche "dall'interno": nel PD ci sono moltissimi amministratori, iscritti, intellettuali ed attivisti che meritano il giusto spazio, essendosi meritati tutto ciò con anni di militanza. Senza dimenticare tanti cittadini che aspettano solo un cenno del Partito Democratico per darci una mano.
Infine, rinnovare la classe dirigente del partito non deve essere solo una scusa per cacciar fuori qualcuno e sostituirlo con facce nuove: se crediamo che il principio del merito abbia un senso, deve averlo anche per legittimare la permanenza di chi si è ben comportato.

3) Quali sono, in estrema sintesi, le principali idee per cui un elettore del Partito Democratico dovrebbe scegliere Laura Puppato alle primarie?
Laura Puppato mi ha personalmente convinto per la radicalità e la freschezza delle sue idee: da amministratrice ha visto direttamente i problemi di una comunità, li ha affronta e risolti. Così, presentandosi a queste elezioni primarie, lo ha fatto con grandissimo coraggio, senza riguardi per appoggi forti o idee preconcette. Non possiamo negare che a più di qualcuno tutto nel PD questo non ha fatto piacere.
In Italia, lo sappiamo bene, ci sono grandi problemi. Forse, come diceva Einstein, per risolverli occorre cambiare il modo di pensare: questo ha fatto Laura, proponendo alcune idee forti, come una crescita a "zero metri quadri", smettendola di distruggere il territorio.

4) Cosa pensi di Bersani e Renzi?
Bersani ha fatto un grandissimo lavoro nel tenere unito il PD in situazioni non facili, è stato bravo nell'accettare la difficile responsabilità di sostenere il governo Monti, inoltre ha una grande competenza. A guardalo, mi ispira fiducia e tramsette un senso grande onestà e correttezza: qualità non da poco nel nostro panorama politico, ma magari manca un pò di carisma.
Di Renzi posso dire poco: l'attenzione che i media gli hanno dedicato è stata centrata soprattutto su piccole beghe interne al PD e alle primarie. Personalmente, mi piace poco il suo tono "rottamatore" e vedo molto fumosi i suoi contenuti programmatici, ma questo è solo un giudizio mio.

5) Come pensi dovrebbero essere selezionati i candidati per il Parlamento alle prossime elezioni? Cosa faresti degli inquisiti?
Nel PD ci sono tanti strumenti per selezionare i candidati alle prossime elezioni, incluse le primarie. Tuttavia, personalmente, privilegerei una selezione interna che ridia la giusta importanza agli iscritti (a cosa servirebbe iscriversi altrimenti??): superando conformismi alla "corrente" dominante o localismi e premiando invece persone coraggiose, volenterose e meritevoli come ce ne sono molte nei nostri circoli. Questo modello potrebbe comunque essere aperto alla cittadinanza, magari tramite incontri preliminari.
Primarie per tutte le candidature, in realtà, mi convincono poco: le nostre circoscrizioni elettorali sono talmente vaste che sarebbero complessissime e premierebbero solo chi risiede nei centri maggiori o aveva già molta visibilità in passato (la tua Camposanpiero, ad esempio, vota con Padova e con Verona: come potrebbe un candidato alle primarie fare una vera campagna?).
Sugli inquisiti, credo che tutti dovrebbero essere considerati innocenti sino a condanna definitiva. Putroppo, data la lentezza della nostra giustizia ed il lassismo della politica, questo -giustissimo- garantismo a prestato il fianco al moltiplicarsi situazioni incresciose dove inquisiti e condannati sono stati portati nelle istituzioni, spesso per fini non esattamente leciti.
Credo che prima di tutto dovrebbe venire la dignità delle istituzioni e l'etica personale "della responsabilità". Quindi, nel massimo garantismo, imputati per reati gravi (contro la pubblica amministrazione, lesivi della dignità, della libertà o dell'integrità personale) così come interdetti dai pubblici uffici dovrebbero astenersi.
La "questione morale" parte da ognuno di noi: dai singoli, dai circoli sino alla segreteria nazionale, ed il controllo migliore avviene sempre il più vicino possibile ai singoli candidati (come fa Bersani a sapere se Tizio di, chessò, Vipiteno o New York è inquisito o se è un criminale?). Ogni intervento del partito dovrebbe quindi essere residuale ed estremo, purtroppo la situazione attuale richiederebbe una severità non comune fino ad oggi.

6) Tu ti occupi di politiche internazionali. Come dovrebbe essere, secondo te, il rapporto tra Italia e Stati Uniti?
La politica internazionale è un oggetto affascinante, costantemente fluido.
L'Italia, ovviamente e per lunghe ragioni storiche, è un alleato degli Stati Uniti e gli Stati Uniti sono un nostro alleato. In un rapporto fondamentale per entrambi, tanti sono i collegamenti economici e strategici (pensiamo solo alla FIAT, agli F-35, alla progettata caserma Ederle 2 di Vicenza). Senza dubbio, per gli USA l'Italia ha un ruolo chiave nel Mediterraneo: un'importanza di cui dovremmo essere maggiormente consapevoli noi per primi.
Mi piacerebbe tuttavia che l'Italia fosse maggiormente indipendente rispetto agli alleati: perchè la Germania fa pagare regolari bollette di luce ed acqua alle basi americane e noi non possiamo? Perchè Chirac e Schroeder hanno avuto il coraggio di dire "no" all'invasione dell'Iraq? Evidentemente c'è un malcostume tutto italiano, un certo servilismo in attesa di "regalie" dall'alto -qualcuno dei nostri leader e dirigenti dovrebbe rileggere De La Boetie-.
Inoltre, la nostra diplomazia è sempre stata riconosciuta per la sua indipendenza che le ha consentito di risolvere molte situazioni critiche -fino a non molto tempo fa trattavamo direttamente con l'Iran- vogliamo perdere un simile ruolo?
L'Italia deve capire se vuole continuare a contare nel Mondo globalizzato: se sì, occorrone scelte coraggiose.
Senza dimenticare di gettare un occhio all'Europa: l'Italia può essere per l'UE, per gli USA e per tutto l' "occidente" un ponte fondamentale verso l'Africa ed il Medio Oriente.
Ma, anche questo, è il mondo dei miei desideri.
7) Quale pensi possa essere il futuro delle donne in politica? Pensi ci sara' un cambiamento da questo punto di vista? Cosa pensi delle quote rosa?
Credo che la candidatura di Laura sia già un cambiamento per le donne in politica: diciamolo pure, in Italia c'è un certo maschilismo strisciante per cui si mal tollerano certe prese di posizione.
Basti vedere com'erano selezionate le candidature femminili nel PDL!!
Non credo si debba votare Laura "perchè è donna": essere donne non è né un merito, né un demerito. Ma non possiamo nasconderci che, in quanto donna, la sua candidatura ha qualcosa di straordinario. E dovrebbe essere, per tutte le donne e per gli uomini che credono veramente nella parità di genere, un valore aggiunto.
Io mi auguro una maggiore partecipazione delle donne in politica, così come dei giovani: il loro "futuro" non deve essere diverso da quello degli uomini, tutti devono poter partecipare in eguali condizioni.
Quindi, il ruolo delle donne in politica, dipende strettamente dal loro ruolo nella società: donne manager, donne imprenditrici, donne educatrici, donne magistrati.... dobbiamo dare alle donne la piena parità in ogni campo sociale, "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti" (art. 3 Costituzione). E questo con atti concreti: asili, permessi per entrambi i genitori, orario prolungato, telelavoro.... e tanta, tanta educazione per gli uomini!!
Le quote rosa, invece, mi convincono poco: perchè nulla ci dicono sulle qualità delle donne candidate ("10, 100, 1000 Minetti"??) e perchè limitato la libertà politica dei partiti. Meglio sarebbe che i partiti stessi adottassero regole interne, regole che -auspico- solo temporanee perchè superate dalla coscienza e dalla partecipazione di donne e uomini.

8) Per concludere, quale messaggio potremmo lasciare ai nostri elettori sullo stato di salute del Partito Democratico?
Lo stato di salute del PD? Sembrerebbe una vignetta in cui mille medici riuniti danno mille diagnosi diverse... Il Partito Democratico, per come lo vedo io, è un "eterno sopravvissuto": pare sempre sul punto di crollare, ma resiste grazie ad alcuni uomini di buona volontà nella dirigenza e nei circoli.
Riguardando al quel 2007-2008 quando nacque il PD, mi pare che si siano fuse assieme visioni molto diverse senza dar loro il tempo di integrarsi e di ri-orientarsi. Di qui anche la grande confusione interna su temi chiave (testamento biologico, coppie di fatto, collocazione nel Parlamento Europeo). Il PD ha bisogno di darsi risposte: solo a partire da queste potrà interlocuire con l'elettorato.
Ricordiamo la lezione dei referendum? Sono bastati pochi temi, chiari, per richiamare la partecipazione di migliaia di cittadini che altrimenti sarebbero lontanissimi dalla politica.
Un partito come il PD non può avere paura di darsi risposte e di confrontarsi con i cittadini, anche per imparare da loro. Un grande partito ha sempre un ruolo difficile: deve rispondere alle esigenze sociali (ad esempio, se il 90% dei cittadini vuole che la chiesa cattolica paghi l'IMU, il governo dovrebbe assecondarli), ma anche andare contro corrente (se il 90% è favorevole alla pena di morte, questa non diventa di per sé legittima- così, se il 90% è contrario al testamento biologico o alle unioni di fatto, questa non è una ragione per negarli); per far questo occorre essere recettivi delle molteplici istanze, ma anche avere un chiaro orientamento. Una visione.
Ecco perchè ho apprezzato la candidatura di Laura Puppato (e di Renzi): ha messo alcuni paletti, forti, scomodi, ma li ha messi. Solo così potremmo capire chi siamo e dove vogliamo condurre l'Italia.

No comments:

Post a Comment