La tournee e' promossa dai nostri amici del circolo di Tristate e dal CGIE _ Consiglio generale degli Italiani all'Estero.
A cento anni dalla sua bellissima auto-difesa
Arturo Giovannitti è un perfetto esempio di quella che abbiamo chiamato
“cultura di ritorno”, intraducibile in inglese se non come una sorta di “cross
fertilization” di culture. L’obiettivo è di far conoscere il meglio della
produzione artistica ed intellettuale degli italiani d’Italia e di America e
della loro interazione ai due lati dell’Atlantico.
Il più recente percorso di riscoperta del
poeta-sindacalista molisano in America inizia nel 2011, presso il John
D.Calandra Italian American Institute che accoglie l’invito del Partito
democratico italiano di celebrare il 150enario dell’Unità d’Italia con un
simposio su un leader del movimento sindacale degli inizi del Novecento,
appunto Arturo Giovannitti, ingiustamente accusato di un crimine che non aveva
commesso e assolto dopo la sua appassionata arringa. Poco dopo in Italia la
Cosmo Iannone Editore pubblica una splendida monografia a cura di Norberto
Lombardi, intitolata “Il Bardo della
Libertà” Arturo Giovannitti (1884 – 1959)”. A marzo del 2012 Stefano
Sabelli, durante un’assemblea del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero,
mi parla dello spettacolo di cui è autore e regista: “L’Autodafè del
Camminante”, basato sul famoso discorso di Giovannitti ed uno dei suoi poemi,
proponendo di portarlo negli Stati Uniti e di concludere la tournée il 23
novembre, per celebrare il centenario esatto della pronuncia di questo
testamento morale sulla dignità dell’uomo e del lavoro.
La data è rimasta. Il luogo è Lawrence in
Massachusetts, la città in cui quasi
30.000 operaie e operai tessili, fra cui 7.000 italiani, diedero vita nel 1912
allo sciopero chiamato del “Pane e delle Rose”, perché non basta la
sopravvivenza, deve essere possibile anche la ricerca della felicità.
Il progetto era affascinante e mi ha coinvolto
subito. Il percorso dunque continua per merito di tutti coloro che hanno reso
possibile portare negli Stati Uniti questo spettacolo/testimonianza sulla
grandezza dell’uomo e del suo desiderio di una vita di valori e di uguaglianza.
Anche questo bellissimo risultato non è sufficiente. La ricerca su Arturo
Giovannitti deve proseguire in futuro attraverso l’apporto di università e
studiosi e l’approfondimento dei testi di quel processo, fortunosamente
ritrovati qualche tempo fa e consegnati al Comitato per il centenario dello
Sciopero del Pane e delle Rose.
Non basta ancora. Non solo Giovannitti, ma
anche molti altri italiani furono protagonisti delle lotte nel mondo del
lavoro. Anch’essi vanno conosciuti e celebrati, al pari di giganti italiani
come il cerignolese Giuseppe Di Vittorio. C’è molto da fare, dunque. Cominciamo
con l’ascoltare Arturo Giovannitti e il suo messaggio senza età.
Silvana Mangione
V.Segretario generale
Consiglio Generale degli Italiani all’Estero -
CGIE
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